Pescocostanzo


Situato ad un’altitudine di 1400 metri nella regione degli Altipiani Maggiori d’Abruzzo su di un territorio dominato prevalentemente da pascoli, Pescocostanzo domina la conca dell’altopiano del Quarto Grande dalle pendici del Monte Calvario. Appartiene alla comunità montana Alto Sangro e altopiano delle Cinquemiglia.

Storia

La fondazione di Pescocostanzo viene fatta risalire al X secolo. Fin dai primi secoli spiccò per importanza sui centri circostanti, mostrando però rapporti movimentati nei confronti di feudatari ed istituzioni religiose.

Il terremoto del 1456 che devastò l’Abruzzo offrì le condizioni al borgo per cambiare l’assetto urbanistico con l’afflusso di una massiccia colonia di maestranze lombarde; questo singolare evento lasciò la sua impronta nel tessuto sociale e culturale del paese. Con il dominio di Ferdinando I d’Aragona, dal 1464 Pescocostanzo ebbe uno statuto che garantì l’appartenenza al regio demanio, con tutte le relative libertà. Successivamente il controllo della cittadina fu affidato a feudatari. La formazione nel tempo di una classe sociale economicamente solida e culturalmente elevata portò ad uno stato di benessere e ad un’efficiente amministrazione.

La svolta per la cittadina si ebbe nel 1774 quando, assumendo il titolo di Universitas Sui Domina (comunità padrona di sé), motto che fregia tuttora lo stemma comunale, si riscattò dal dominio feudale. Trovarono accoglienza nella società gli studi giuridici, filosofici, storici, matematici, letterari ed un notevole culto dell’arte. A testimoniare la cultura locale vi sono i patrimoni librari custoditi presso molte famiglie e i numerosi elett­­i ingegni fioriti a Pescocostanzo. Il primo e più autorevole interprete in Italia della filosofia kantiana fu infatti un cittadino pescolano, il filosofo e matematico Ottavio Colecchi. La presenza di un consistente numero di opere d’arte nel piccolo borgo aquilano trova spiegazione in due fattori: le notevoli risorse economiche di istituzioni pubbliche e dirigenti e la disponibilità di maestranze in grado di realizzare opere in pietra, marmo, ferro battuto e legno, tradizioni artigianali tramandate dopo l’immigrazione dei mastri lombardi tra il XV e il XVII.

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